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RUBRICA     LE INTERvISTE pOSSIbILI
                                                                    fabio



                                                                     di felice







                                          ■ a cura di Sunstoppable









         Sandro: Ciao Fabio. grazie di essere qui tra le pagine
         un po’ retrò di Primo Player. Ultimamente abbiamo
         visto il tuo nome girare sul web per aver scritto il
         bellissimo “Keiichirō – La vera storia del team di
         reietti che ha inventato Silent Hill” ma hai anche
         collaborato con molte testate videoludiche tra cui
         TGM. Ma il Fabio videogiocatore com’è? Cosa gioca?
         Che macchine da gioco preferisce, ha preferito?

         Fabio: Ciao Sandro, e grazie a voi di Primo Player per la
         bella occasione! Il Fabio videogiocatore, come potreste
         sospettare, è un amante dei titoli giapponesi. Per la
         maggior parte del tempo mi dedico a quelli. Sicuramente
         è per via del fatto che mi piacciono i generi in cui sono
         più forti: JRPG, action adventure,  survival horror. Mi
         piace molto anche la scena indipendente. Una volta
         riuscivo a stare dietro a quasi tutte le uscite, oggi faccio   Sandro: Ultimamente, oltre alla storica e mitica TGM, si sono
         un po’ fatica! Viene da sé che le macchine che preferisco sono quelle   affacciate in Italia un po’ di riviste sui videogiochi cartacee. Pensi
         che offrono tanti titoli nipponici. In questi anni ho quasi fuso il mio   che sia tipo un revival stile il vinile, una sorta di moda passeggera o
         Nintendo Switch.                                       c’è ancora spazio per una lettura più slow in un mondo che va a mille
                                                                all’ora e bulimico di informazioni?
         Sandro: Sei anche collezionista, tipo quelli che tengono i videogame
         come reliquie ancora nel cellophane o sei come il sottoscritto che li   Fabio: Spero proprio che non sia una moda passeggera, quanto
         scarta, ci gioca e poi lo conserva con incauta nostalgia?
                                                                piuttosto un segnale che esiste un pubblico che ha voglia di
                                                                approfondire alcuni argomenti legati ai videogiochi e, soprattutto,
                   Fabio: Un po’ entrambe le cose. Sono sempre stato   che voglia farlo al di fuori della sua bolla social. Penso che ci siamo
                    un giocatore vorace, e quindi ho cercato di non   costruiti questi piccoli mondi su misura che hanno il grande vantaggio
                    affezionarmi mai alle confezioni fisiche dei videogiochi,   di mostrarci solo ciò che è realmente significativo per noi, ma con il
                    se non con pochissime eccezioni che custodisco   pericolo di non riuscire mai a guardare oltre e magari scoprire che
                     gelosamente. Con il tempo poi mi sono ammorbidito, e   ci piace anche altro. Inoltre, trovo sano e auspicabile che si torni a
                       ultimamente sto recuperando tutta una serie di titoli   un’informazione fuori dai tempi di internet e dalle regole della SEO. Mi
                        a cui sono affezionato. Mi spiace anche tenerli   auguro che riusciremo a tornare a scrivere per gli esseri umani e non per
                         “solo” sullo scaffale, e quindi mi sono messo a   le macchine di Google.
                         incorniciarli e ci ho tappezzato lo studio. Per la
                          gioia della mia compagna. Sarà la vecchiaia,   Sandro: Passando al tuo libro “Keiichirō – La vera storia del team
                          forse, ma queste vecchie scatole e le copertine   di reietti che ha inventato Silent Hill”. Raccontaci un po’ come ti
                          mi fanno stare bene. Come scrive Byung-chul   è venuta voglia di scrivere proprio di Silent Hill e come è stato
                          Han, che è un filosofo sudcoreano che mi   chiacchierare con alcuni dei volti che hanno sviluppato il capolavoro
                          piace molto: la cose rendono tangibile il tempo.
                                                                Konami?
                          Sandro: Ma prima di diventare scrittore,   Fabio: Ho sempre amato i primi Silent Hill e lo scorso anno, d’estate,
                          il giovine Fabio degli anni 90 che riviste   mi sono ritrovato a leggere, guardare, giocare e ascoltare tutto ciò
                          leggeva e quali erano le preferite?    che aveva a che fare con il primo capitolo e con la storia della sua
                                                                realizzazione. Si tratta di una vicenda incredibile, perché racconta di
                       Fabio: Tante, le mie preferite erano The Games   un’intera generazione che è cresciuta all’ombra dell’occulto occidentale,
                      Machine, Giochi per il mio computer e PSM. Forse   che è venuta su amando i mostri, le leggende metropolitane, gli alieni
                     quest’ultima è la prima rivista che abbia mai comprato   e i fantasmi. Un incontro\scontro tra culture che ci ha regalato alcuni
                     in vita mia, ero ancora piccolo perché ricordo la mitica   dei prodotti giapponesi più significativi di quegli anni, come Resident
                     copertina di Joe Madureira di Resident Evil 2. Era   Evil e Silent Hill, per l’appunto. Poi mi piaceva moltissimo quest’idea
                     il numero 1, del 1998, e io avevo 11 anni. Ho ancora   universale di un gruppo di outsider su cui nessuno voleva scommettere
                     la memory card della mia PlayStation con l’adesivo   che invece, da grandi fuoriclasse, sorprendono il mondo. Non c’erano
                     giallo di Cloud di Final Fantasy VII e la scritta PSM. Mi   altri libri sull’argomento e quindi ho deciso di scriverlo io. Volevo
                     piaceva da morire che ogni mese regalassero qualcosa   che fosse una bella storia per tutti, prima ancora che un contributo
                     legato al videogioco del momento.
                                                                interessante per gli appassionati del videogioco. In questo modo anche
                                                                la nuova generazione di giocatori, o perfino persone che conoscono
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